Ancora a parlare d’amore, l’amore tormentato di cui si può essere schiavi, schiavo d’amore; a pensarci un attimo è curioso che due concetti che sembrano esser lontani tra loro in realtà siano così vicini, così intrecciati. Essere schiavi d’amore è una fantasia erotica e romantica allo stesso tempo, comune agli uomini e alle donne, voglia di un amore assoluto che alla fine è comunque succube dell’egocentrismo che difficilmente rimane attore di secondo piano.
Schiavo, come uno zombi giro di notte
lasciando tracce umide sul pavimento
e guaìti che lacerano un triste silenzio.
La mente è piena di immagini corrotte;
voglia di te, morderti il seno, dannato alimento…
e tu che mi nutri col gusto amaro dell’assenzio!
Luna dalle mille facce, stasera maledetta
non sorride agli amanti e si beffa di me;
pavida, si nasconde tra le nuvole.
Sanguina il cuore, come colpito da accétta;
colpito l’orgoglio…io che ero il tuo re
ora uno zombi cacciato dalle favole.
Movimenti meccanici, passi lenti
e gli occhi di ghiaccio a fissare il vuoto
lasciato dalle tue mani; le tue carezze,
le tue labbra, giochi d’amore, adescamenti…
sul muro di vetro è incatenata la tua foto
a resuscitare emozioni mai placate: ebbrezze.
Come uno zombi anelo la tua carne da baciare,
anelo render brividi al tuo corpo abbandonato
e dar sussulti alle intimità vogliose di lussuria.
Ma i rintocchi cupi della campana a ricordare
di te solo il profumo e una lacrima sul volto bagnato;
mi dispero per quella lacrima nata da stupida ingiuria.