C’è un dolore più forte della morte di un figlio o di una figlia? Si può sopravvivere ad un tale perdita? Un dramma inconsolabile per un genitore. E allora come si può dare un senso ad un lutto così profondo? Eppure c’è chi è riuscito a superare la tristezza e il dolore riscoprendo la speranza.
Pioggia non tocca il capo già bagnato,
sole a non più scaldare il corpo inerte.
Gli occhi persi nel vuoto inesplorato,
la mente che vaga attraverso porte aperte.
Non c’è nessuno. E’ l’alitar del vento
a rievocare che ora la vita è senza appiglio,
che è dura prova a portar lo sfinimento:
il dolore di sopravvivere al proprio figlio!
Nell’attimo sleale si è chiuso il sipario.
E quello che resta è vita in carta carbone;
non ci sono più giorni da segnar sul calendario.
E allora occhi di nuovo chiusi a viver l’illusione.
E dare un senso a quella morte irriverente?
Nessuna ricetta. Ci riesce forse chi solo si ravvede
con la speranza che tutto il dolor che sente,
forse un domani, lo può risanar solo la fede.