Solchi

Capita spesso e ancor più spesso alla mia età di fermarsi un attimo, guardarsi intorno, guardarsi indietro…riflettere…pensare…a tutto quello che la vita ci ha dato…che cosa è importante per noi…riflettere su noi stessi…

Solchi a segnare ormai il volto ma senza timore
ché gli occhi vedono crescere progenie amata;
sorrisi che riempiono il cuore e un’altra giornata
e nel cuore la speranza con quel giorno che muore.

E con il giorno che va c’è piena coscienza
dei tanti doni avuti da una vita generosa;
ma figli dei miei figli sono loro unica cosa
e di loro non potrei mai farne senza.

Oggi è la frescura di quel mare adamantino,
domani le foglie che cadono, autunno che chiama,
a ricordarmi di ogni persona che mi ama
e a non dimenticar che più corto è il mio cammino.

Ed ecco il domani, non può andare perduto,
io non lo so ma di sicuro c’è chi ha bisogno di me.
Dio mi ha dato tanto e c’è un solo perché:
non lasciare mai solo chi ha bisogno di aiuto.

solchi

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Ancora a Lourdes

Siamo tornati a Lourdes dopo un anno. L’avevo sempre sentito dire che: “se vai a Lourdes non puoi fare a meno di tornarci…”. Ed è vero. Per me è stato così; infatti quest’anno siamo ripartiti con il treno bianco sgangherato, con compagni di viaggio conosciuti l’anno prima e le emozioni e i sentimenti provati non sono stati affatto gli stessi, anzi…

Andare a Lourdes non esiste senza farci ritorno!
Passato un anno, sul treno sgangherato ancora in viaggio
con gente conosciuta, che ha aspettato giorno dopo giorno,
mai abbandonata dalla fede, da speranza e dal coraggio.

Sferraglia il treno e dal finestrino luoghi ormai familiari;
riconosco città, stazioni vuote, quelle grandi affollate.
Sferraglia il treno e sappiamo dove ci portano i binari
e la meta ripaga tutti del viaggio e delle lunghe fermate.

Sole, pioggia, ancora sole e poi scenari d’incanto.
Sferraglia il treno; s’accorcia la distanza e cresce il fermento
e tutti i cuori s’infiammano in un religioso canto
perchè di quell’atteso incontro si avvicina il momento.

E ancora una volta siamo qui, davanti a te Madre Santa
e la dignità del dolore si trasforma in amorosa offerta;
c’è chi già pensa a tornare tra un anno: la voglia è tanta
perchè stare con Te, nella vita quaggiù, è la sola cosa certa.

N.S. di L.

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L’estate è finita.

L’ultimo giorno dell’estate giravo in bicicletta, felice della brezza che mi sentivo addosso, felice del mare che tanto amo ed ho sentito il dispiacere di lasciare tutto, di partire da un luogo dove sto bene, dove ogni giorno che passa è vissuto.

Tristezza m’assale a lasciar siffatti lidi
e non è presentimento del non ritorno,
è non avere più il mare e il sole che d’estate vidi
illuminare l’animo mio di giorno in giorno.

La brezza bonaria accarezzare i miei capelli grigi,
il corpo tutto accogliere le moine del sole,
poi è l’acqua del mare a darmi i suoi servigi.
Per questo miracolo non trovo più parole!

Orme. Qualcosa di mio che lascio sulla sabbia
ma che la risacca sopprime prontamente;
nulla qui si lascia mettere in gabbia:
tutto è di tutti, di chi ha tanto, di chi ha niente!

E se con il cuore, colmo di mestizia, sono qui ancora,
la mente è alle cose di sempre e di questo non si pente;
passerà un inverno lungo, sarà un’altra dimora,
con la speranza di tornare a quello che il cuore sente.

Nettuno triste

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Presenza viva

Agosto, mare che scintilla ai raggi del sole; cosa c’è di meglio che oziare, sdraiato sul lettino, una brezza piacevole che ti accarezza ed appisolarsi…ok, addormentarsi, anzi ho dormito proprio ed ho anche sognato! Quando ho riaperto gli occhi, ho preso un foglio di un quaderno e ho scritto quello che mi ha dettato la fantasia…

E nasce nuovo il giorno, oggi, per donare
tua presenza viva a me, o bella e dolce signora,
che insieme al sole, al cielo, all’azzurro del mare,
un vecchio cuore di pietra fa battere ancora.

E allora è la mente a vagar da indiscussa padrona,
ad inventare fiabesche storie d’amore e fantasia
con te incontrastata, sfuggevole, desiderata icona
di tanta bellezza, di vissuta nostalgia.

Poi è lo sguardo a prendere il comando,
tanto che gli occhi miei i tuoi non lasciano mai,
a seguir il sorriso e le movenze tue fin quando
arriva, e sempre arriva, il momento che tu te ne vai…

Ed ora musica assordante, quasi a non volerti pensare:
ma ci sei tu sulle note del tango, passione struggente,
e sempre tu sui passi di un magico valzer che fa sognare…
Ma ecco la realtà: non è successo niente!

Niente. Tu, ignara protagonista di oniriche visioni,
hai in mano la tua vita e vivi quello che la vita ti da;
oggi la vita a me ha dato dimenticate emozioni
che tu hai tenuto in mano…ma questo nessuno lo sa.

turismo-bellezza-sul-bagnasciuga

 

 

 

 

 

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Come si può…

Poche parole contro la violenza sulle donne perché non passa giorno che non si senta parlare di maltrattamenti, stupri, violenze, omicidi. E i sentimenti? E l’amore? Ma che mondo è questo?

COME SI PUO’

Come si può brandire irriverente lama
ad infierire sul corpo, una volta amato,
perché lei, che oggi t’ha lasciato,
vive di nuovo amor e più non t’ama!

Come si può uscire dall’ombra che nasconde
per aggredire figlia o mamma che non s’aspetta
lo stupro disumano, spesso crudele atto di vendetta,
nella carne e nel cuore che più non risponde!

Come si può colpire, con ferocia inaudita,
a sfregiar volto di donna che non t’appartiene
per uccidere la bellezza che non ti conviene
e lei costretta a nascondersi per la vita!

Ma come è possibile solo alzare le mani
per imporre con forza tua sgradita presenza;
non ci sono parole, rimane tutta la violenza
e la paura che svanirà forse un altro domani!

E l’amore, dov’è l’amore … Cosa vuol dire …
che solo odio e brutalità si vede e si sente
e del tanto male fatto mai nessun si pente.
Ma come si può amare la vita e lasciarla morire.

violenza-sulle-donne

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Lacrime

Mi sono trovato a scrivere nello stesso giorno a due persone care (che vivono in Sardegna) per esprimere la mia vicinanza per fatti accaduti: ad uno era morta la mamma qualche giorno prima, all’altro, qualche giorno prima era nata una nipotina. Due amici fraterni che vivono a poche centinaia di metri di distanza, sono parenti, ed hanno vissuto e condiviso sia la gioia che il dolore, proprio ed altrui. Così è la vita.

Lacrime
(dedicata a Raffaele e a Gianfranco)

Parole tirate a forza ti ho scritto, fraterno amico,
che non so dire del dolore per la mamma persa;
se stavo lì, ti avrei preso per mano e un canto antico
a raccontar della tua terra amata e di quell’aria tersa.

Avrei potuto raccoglier le lacrime tue in gola soffocate
e nel silenzio cercare quei battiti che più nessuno sente,
muto perché non convincono le tante parole rassegnate.
A te un abbraccio che parte dal cuore e … poi più niente.

Nello stesso giorno parole anche per te, amico fraterno,
per salutare la figlia di tua figlia, orgoglio di tanto lignaggio,
ma testimone di questo mondo e del suo corso alterno,
di chi viene alla luce e di chi parte per l’ultimo viaggio.

Lacrime di dolore e lacrime di gioia, non mancano mai,
le trovi dietro ogni angolo della strada della vita;
lampada sempre accesa e speranza ovunque vai
che quella lacrima di gioia può lenire una ferita.

lacrime gioia e dolore

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Arcobaleno

Poche parole dedicate agli ex compagni di liceo che, dopo tanti anni, sono sempre uguali e ogni volta che ci incontriamo si rinnova la magia….

Spettro di luce nel cielo inospitale;
al tuo apparire l’animo irrompe senza freno
ché il sole attraversa le gocce di un temporale
e dà vita all’arco multicolore: oh, arcobaleno!

Da te sono rapito, dalla tua bellezza e umanità;
tu prometti speranza a placare ogni paura,
vederti è gioia, anche se il tuo comparire è rarità,
mentre vai a sigillar nel cielo una spaccatura.

Oh, arcobaleno, alla stessa stregua batte il cuore
per quanti hanno riempito la mia giovinezza;
era il tempo dei sogni, arrossire al primo amore,
sui banchi del liceo a confutare ogni certezza!

Ed ancor oggi, che una ruga solca il viso,
come allora, siete parte di me, non vi posso tagliar via,
presente il ricordo di ciò che abbiamo condiviso!
Una preghiera: diamo ancor vita a questa magia.

II D incontro 21 feb. 2014

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Quel “grazie”…

Il rapporto con gli altri, la nostra disponibilità, il nostro fare…disinteressato? Quante volte ci siamo detti: “ma chi me l’ha fatto fare…tanti sacrifici e nemmeno un grazie…” Allora lavoriamo per questo, per un grazie che appaghi il nostro io… E’ troppo poco!

Vita di sacrificio a dare,
risposta pronta a richiesta di aiuto,
senza tregua, a non più contare
le volte che un grazie non ho conosciuto.
 
Pentimento mi assale per aver dato
e tolto al mio tempo per un gesto vano,
che gesto rimane poco considerato
e al mio intelletto sempre più lontano.
 
Ferma è la mente ma batte il cuore
ora a chieder se è solo un grazie che mi serve;
dico no, dico che è bello dare senza onore,
che dono gratifica e alfine l’animo ferve.
 
Vedo nel tempo un segno d’amore
da chi e’ stato colto da disgrazie;
mi riempio di quel sentimento, senza far rumore
e non lascio posto a nessun altro grazie!

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Terra di Sardegna

Buon anno a tutti gli amici sardi ai quali dedico questa poesia. La Sardegna…se impari a conoscerla non puoi che amarla, così il popolo sardo, fiero, a volte duro, ma pronto a darti il cuore…

Terra un tempo contesa per posizione e risorse
da invasori che, a dominar cotanta bellezza,
lasciano templi e cattedrali e strade percorse:
niente che fa vacillar del popolo sardo la fierezza.
 
Terra di aspre fatiche dalla piana alle miniere
ma, come gemma preziosa e rara, tenuta e amata
ché di sentimenti impetuosi e di chimere
riempie il cuor di ogni persona che qui è nata.
 
Terra che offre allo stupito sguardo forestiero
mare smeraldo, coste inviolate, la Poiana in volo
ma che racconta di vita sofferta, di magia e mistero
solo a chi ha aperto gli occhi su questo suolo.
 
Terra di diffidenza e di orgoglio, lealtà verso l’amico,
dove l’ospite desiderato è sacro: entra a non più uscire.
Riscoprire nella tradizione dei gesti un sapore antico
e mai dimenticare la progenie che in cuor non può morire.
 
Terra di donne “belle senza peccu”, come ali di farfalla,
di musica che a raccontar di loro è sempre degna
e poi: “Giustisia chi falta, giustisia di balla”
perché altissimo è il senso di giustizia in Sardegna.
 
Terra da amare, terra antica, perla leggendaria.
Hai preso anche me e quando sto con voi il tempo vola
e far ritorno per respirare ancora quest’aria
ride al cuore mio e l’anima mia consola.

sardegna06

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Il Treno Bianco

Il treno bianco, come tutti sapete, è il treno che trasporta i malati presso i santuari sia in Italia che all’estero. Quest’anno, ad ottobre, con Carmen, ho viaggiato su questo treno per andare a Lourdes. E’ stata una bellissima esperienza che le parole non possono esprimere nel modo più vero…io però ci ho provato lo stesso.

C’era una volta… così si appresta a dire
ogni cantore di favole, di sogni e fantasia;
ma non è favola questa e il cuor non sa mentire
che qui ha sconfitto anche la più tenace ritrosia!

Il treno sgangherato ha sferragliato giorno e notte
carico di dolore ma forte di speranza e di un sorriso,
carico di chi combatte quotidiane lotte
e di chi, da sempre, ha in petto un cuore triste e liso.

Poi tutto cambia nell’abbraccio della Madre Santa.
Non sei più solo. E tutti insieme a viver l’emozione
che lascia al palo l’angoscia mai agognata ma compianta
di non conoscere chi guida la prua che va senza timone!

Orme di passi mischiati a solchi lasciati da ruote:
è il continuo passare nella grotta della Bella Signora,
vite segnate dalla fede, sono anime devote
che l’esperienza di Lourdes ha cambiato e cambia ognora.

E passa il tempo… trascorre anche troppo in fretta!
Prima di partire, ancora nella grotta, ancora un passaggio
e la gioia sul volto di tutti non è per quel treno che aspetta
ma la voglia di tornare a Lourdes, ancora in pellegrinaggio.

 2013-10-25 10.57.50

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